Rete di Quartiere San Berillo: Lettera aperta alle Aziende Sanitarie Catanesi

La sanità: da mito a miraggio

Gentilissimi Direttori Generali

L’articolo 32 della Costituzione italiana recita: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Su questo diritto si è basata l’organizzazione dell’assistenza sanitaria in Italia con copertura per tutti i cittadini indistintamente e fino a qualche anno fa il sistema sanitario italiano, nonostante criticità e differenze di efficienza e disponibilità di mezzi tra le varie regioni, è stato considerato nel complesso tra i migliori al mondo. Ma, come affermava Stefano Rodotà, i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte e ormai da molti anni il “mito” della sanità italiana sta, lentamente ma inesorabilmente, trasformandosi in miraggio a causa delle scelte politiche: riduzione della spesa sanitaria in rapporto al PIL, contrazione dei posti letto ospedalieri , chiusura di ospedali periferici trasformati i PTA (Punti Territoriali di Assistenza ) in cui spesso non sono presenti medici ed il personale infermieristico, pur preparato, non è attrezzato ad affrontare i casi più gravi: esempio ne è quanto accaduto del tutto recentemente a Pachino dove un agricoltore di 38 anni è morto di infarto al PTA in cui non era presente un medico per carenza di personale e non ultimo blocco dei concorsi.
Si assiste inoltre a sempre più numerose fughe di medici specialisti esperti dal Servizio Sanitario Pubblico per andare a lavorare nella Sanità privata per molteplici motivazioni: stress da sovraccarico di lavoro negli ospedali pubblici per carenza di organici e conseguente maggiori rischi a fronte di guadagni più elevati e soprattutto più favorevoli condizioni di lavoro nella Ospedalità privata e/o convenzionata, dove molto di rado esistono servizi per l’emergenza.
La conseguenza di tutto ciò è la difficoltà a trovar posto in ospedale in caso di bisogno, i reparti di Pronto Soccorso superaffollati, la riduzione dell’offerta specialistica pubblica con liste d’attesa molto lunghe, perfino di anni, per esecuzione di accertamenti o di interventi anche importanti.
I tentativi che sono stati messi in atto dalle Aziende Sanitarie non hanno sortito grandi risultati: se infatti la istituzione del SovraCUP regione Sicilia per la prenotazione di esami diagnostici è discretamente funzionante (pur se talora il telefono suona a vuoto), tutt’altro destino hanno le visite ambulatoriali specialistiche, spesso prenotate a molti chilometri di distanza dal domicilio del richiedente e molti mesi dopo la prescrizione, anche a scapito di una efficiente prevenzione nonostante la campagna pubblicitaria che proclama l’importanza di eseguire periodici accertamenti come colonscopia, mammografia, ecografia prostatica per cogliere precocemente l’insorgenza del cancro del colon, della mammella, della prostata.
Ancora peggio avviene per quanto riguarda gli interventi chirurgici programmabili, quando si riesce ad ottenere una prenotazione le attese sono bibliche: superiori a sei mesi per ernie, più di un anno per tonsillectomie. Lo stesso accade anche per interventi più importanti ed urgenti come le operazioni di Neurochirurgia: ad esempio un paziente affetto da cavernoma del cervelletto è entrato in sala operatoria dopo più di 2 anni da quando lo specialista neurochirurgo aveva posto l’indicazione all’intervento e ciò nonostante i ripetuti episodi di crisi epilettiche per le quali ricorreva al Pronto Soccorso.
Quindi il soggetto è costretto ad aspettare con tutti i problemi ed i rischi del caso. Unica alternativa, se non vuole o non può attendere, pagare di tasca propria: rassegnarsi a chiedere la visita specialistica o l’intervento chirurgico in intramoenia, cioè a pagamento, presso le strutture pubbliche (ed in questo caso i tempi di attesa diventano brevissimi) o rivolgersi alla Sanità Privata convenzionata, con l’esborso, presso alcune strutture private, di un obbligatorio “contributo spese alberghiere” di qualche centinaio di Euro.
Inoltre, la possibilità, però, di prenotare accertamenti diagnostici o visite specialistiche per via telefonica al SovraCUP vale solo per chi è in possesso di SPID o CIE quindi occorre essere cittadino italiano o, se extracomunitario, avere il permesso di soggiorno. Ma qual è il destino del soggetto extracomunitario in attesa di permesso di soggiorno, straniero con documento STP (Straniero Temporaneamente Presente) per il quale la legge prevede che “Agli stranieri non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia e infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”.
Per la precisione si specifica cosa si intende, secondo le linee guida diffuse in Italia, per Cure urgenti e per Cure essenziali: Cure urgenti sono le cure che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona;
Cure essenziali sono le Prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti). È stato, altresì, affermato dalla legge il principio della continuità delle cure urgenti ed essenziali, nel senso di assicurare all’infermo il ciclo terapeutico e riabilitativo completo riguardo alla possibile risoluzione dell’evento morboso.
Quindi per usufruire dell’importante diritto all’assistenza sanitaria, il soggetto extracomunitario in possesso di STP per accedere alle cure Urgenti o Essenziali di cui necessita, non può contattare il SovraCUP non essendo in possesso di SPID o CIE ma deve telefonare al CUP delle differenti ASL per chiedere la prenotazione della visita specialistica, accertamento di Laboratorio, Radiologico, ecc. ma questa telefonata richiede la disponibilità di molto tempo poiché l’attesa che qualcuno risponda è non inferiore all’ora in media “restando in linea per non perdere la priorità acquisita”. Se si è fortunati e pazienti fino a poter colloquiare con qualcuno si ha la sospirata prenotazione della prestazione specialistica essenziale ma a distanza temporale di gran lunga superiore ai limiti accettabili. Alcuni esempi:

  1. Uomo di 40 anni visita oculistica richiesta nel dicembre 2022 prenotata per il 21/10/ 2023;
  2. Uomo di 42 anni visita oculistica richiesta nel dicembre 2022 prenotata per il 17/10/ 2023;
  3. Donna di 52 anni visita allergologica richiesta nel dicembre 2022 fissata per il 25/10/2022, rinviata al 10/1/ 2023, rinviata ancora al 18/7/ 2023;
  4. Uomo di 50 anni visita cardiologica ed ECG richiesti il 25/10/ 2022 prenotata per il 24/1/2023;
  5. Donna di 37 anni isteroscopia prenotata richiesta nel novembre 2022 per l’11/1/20923 rinviata al 9/6/2023;
  6. Uomo di 40 anni in attesa dall’ottobre 2022 di ricovero in cardiologia per eseguire arteriografia coronarica per sindrome coronarica cronica come da prescrizione dello specialista della struttura che dovrebbe ricoverarlo;
  7. Uomo di 40 anni visita pneumologia prenotata il 2/11/2023;
  8. Uomo di 40 anni visita fisiatrica prenotata l’8/5/2023;
  9. Donna di 25 anni con manifestazioni allergiche ad Aprile 2022 con prenotazione primi test allergologici per metà Febbraio 2023 e test per allergeni alimentari a fine febbraio 2023;
  10. Paziente di circa 50 anni ha atteso più di 2 anni intervento neurochirurgico per cavernoma del cervelletto con ripetuti episodi di crisi epilettiche che hanno necessitato di ricorso al Pronto Soccorso.<br>

Questi sono solo alcuni esempi di quanto accade a chi, straniero extracomunitario temporaneamente presente in Catania ed in possesso di STP, necessita di esercitare il suo diritto alle Cure Urgenti o Essenziali cui per legge ha diritto.<br>
Ulteriore disagio è inoltre causato dal rifiuto di molti specialistici ospedalieri, sia alle dimissioni che durante visita ambulatoriale, di prescrivere su ricetta “rossa”, cioè su ricettario del SSN eventuali esami che ritengono necessari per seguire in follow-up o chiarire la situazione clinica del paziente; questo rifiuto, contrario alle disposizioni di legge che impongono allo specialista il compito di prescrivere su ricetta del SSN gli approfondimenti diagnostici necessari, comporta per il soggetto iscritto al SSN la necessità di tornare dal medico di medicina generale per farsi prescrivere quanto ritenuto necessario dallo specialista, per il soggetto con STP di recarsi all’ambulatorio dedicato dell’ASP per poi tornare o telefonare all’azienda ospedaliera per prenotare l’accertamento richiesto. Considerando che il signore con STP di solito non è munito di mezzo di locomozione, questo va e vieni non necessario anzi contro legge gli farà non solo perdere molte ore o dipendere dalla disponibilità di qualcuno più solerte di chi nega quanto previsto dalla legge ma anche ritardare l’iter diagnostico della sua malattia.<br>
E’ necessario ed urgente che i responsabili delle Aziende ospedaliere e delle Aziende Sanitarie Provinciali prendano i provvedimenti necessari ad assicurare a tutti i cittadini e soprattutto alle persone extracomunitarie in possesso di STP la possibilità di accedere al diritto alle cure urgenti ed essenziali come da legge vigente e con tempi di attesa ragionevoli per prevenire l’insorgenza di complicanze o il peggioramento delle condizioni cliniche, anche in considerazione che queste persone non hanno la disponibilità economica per accedere all’assistenza a pagamento, che comunque dovrebbe rappresentare una scelta libera e mai una scelta obbligata, unica maniera per evitare una attesa prolungata di esercitare il diritto ad essere curati.
Le sottoscritte organizzazioni chiedono a quanti in indirizzo un incontro urgente per affrontare e risolvere gli inaccettabili tempi di attesa da troppo tempo presenti nella Sanità Pubblica.<br>

Le associazioni firmatarie, aderenti alla Rete di Quartiere San Berillo, chiedono alle SS.LL. un incontro per tentare di risolvere insieme i problemi esposti.<br>

Contatti:
Luca Aiello, Referente Rete di Quartiere San Berillo – Trame di Quartiere, <lab.sociale@tramediquartiere.org><br>
Luciano Nigro, LHIVE Diritti e Prevenzione, <lhive.odv@gmail.it><br>

Associazioni aderenti alla Rete di Quartiere San Berillo:
Associazione AreaSud <associazioneareasud@gmail.com>,
Associazione meta cometa <associazionemetacometa@gmail.com>,
Libera Catania <catania@libera.it>,
Emergency Catania <catania@volontari.emergency.it>,
Diaconia Valdese Catania <cataniacenter@diaconiavaldese.org>,
Cesp Don Milani <cespdonmilani@gmail.com>,
Clinica legale “Coesione e Diritto” Catania <clinicalegalecoesioneediritto@gmail.com>,
Associazione Solidarietà Adozioni Catania <cooperazione@asaonlus.it>,
Associazione Penelope – Progetto Nuvole Catania <nuvole.catania@associazionepenelope.it>,
Progetto “Sottosopra”, Catania <sottosopra.catania@gmail.com>,
UniAmnesty Catania <uniamnesty.catania@gmail.com>,
LHIVE Diritti e Prevenzione <lhive.odv@gmail.com>,
Sunia Catania <suniacatania@gmail.com>,
Arcigay Catania <catania@arcigay.it>,
Boxsound Catania <boxsound2010@yahoo.it>,
CIR Catania <catania@cir-onlus.org>,
Cooperativa Sociale Mosaico <coopsociale.mosaico@gmail.com>,
Centro Astalli Catania <segreteria@centroastallicatania.it>,
Associazione La Malafimmina <lamalafimmina@gmail.com>,
Trame di Quartiere cooperativa@tramediquartiere.org.

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